Di Giuseppe e Tafrate nel 2007 hanno definito così l’emozione della Rabbia:
Stato emotivo sperimentato a livello soggettivo con un’elevata attivazione del sistema simpatico autonomo. Suscitata dalla percezione di una minaccia, anche se può persistere dopo che la minaccia è passata. La rabbia è associata a cognizioni e pensieri di attribuzione e di valutazione che sottolineano le malefatte degli altri e motivano una risposta di antagonismo per contrastare, scacciare, ritorcere contro, o attaccare la fonte della minaccia percepita. La rabbia è comunicata attraverso la mimica facciale o posturale o inflessioni vocali, verbalizzazioni avverse e comportamento aggressivo.
Nella nostra cultura esistono credenze radicate che ci conducono ad utilizzare specifici metodi per il controllo degli stati intensi di rabbia percepita. Alcuni sono utili nel breve termine ma non ci consentono di acquisire reali capacità di gestione e controllo dei propri stati emotivi.
Se ne individuano in particolare cinque:
- Esprimere la rabbia perché aiuta a ridurda
- Allontanarsi dalla causa della rabbia
- La rabbia ti permette di ottenere ciò che vuoi
- Rivivere il passato per ridurre la rabbia oggi
- Se ti arrabbi la colpa è degli altri
1.Esprimere la rabbia
Secondo Freud la rabbia si accumula quindi se non la sfoghi tenderà a ripresentarsi in modo esplosivo ed attraverso disturbi fisici ed emotivi.
Il presupposto da cui parte tale credenza è da un lato, che sfogando la rabbia avremo meno problematiche fisiche ed emotive, dall’altro che via via che esprimiamo la rabbia le reazioni si ridurranno nel tempo.
Questo è vero? NO.
Numerose ricerche ci dicono che la rabbia rappresenta un pericoloso fattore di rischio per le cardiopatie. Aumenta quindi la possibilità di incorrere in problematiche fisiche.
L’idea sbagliata che la frequenza si ridurrà con il ripetersi delle reazioni di rabbia è facilmente comprensibile se riflettiamo su un semplice esempio: Cosa devi fare per diventare un bravo tennista? Ti alleni. Ti alleni. Cosa devi fare per diventare una persona arrabbiata? Ti alleni. Ti alleni.
Ridurre quindi le reazioni di rabbia ci permette realmente di contenere i danni a livello fisico e la frequenza dei comportamenti ad essa legati.
2.Allontanarsi dalla causa della rabbia
Evitare le situazioni che attivano la rabbia può essere uno strumento utile nel breve termine. Allontanarsi dalla causa del problema e ridurre l’intensità emotiva può certamente essere utile. Nel lungo termine non ci permettono però di giungere alla risoluzione del problema mantenendoci incatenati alla condizione iniziale.
Evitare non ci permette di affrontare il problema. La tendenza è spesso quella di confidare nella possibilità di una risoluzione spontanea, solitamente non avviene questo, anzi, solitamente vi è un graduale peggioramento della situazione di partenza con un conseguente aumento delle difficoltà e di rabbia.
Evitare la situazione ci conduce inoltre a non fermarci mai sulla nostra emozione e sulle possibili modalità di gestione di questa. La crescita e l’acquisizione di nuovi strumenti avviene solamente se affrontiamo la situazione e cerchiamo nuovi metodi per gestirla.
3. La rabbia ti permette di ottenere ciò che vuoi
La rabbia può permettere di raggiungere alcuni obiettivi ma davvero è risolutoria per la nostra vita? Proviamo a riflettere sulle nostre esperienze. Come ti sei comportato con chi ha avuto atteggiamenti aggressivi nei tuoi confronti? Gli sei rimasto vicino? La risposta sarà sicuramente negativa. Magari hai anche messo in atto ciò che ti è stato chiesto/imposto, ma appena è stato possibile avrai cercato un modo per allontanarti da questa persona.
Ribaltando dunque la situazione, è chiaro come attivare la rabbia per raggiungere un obiettivo può essere utile nel breve termine ma sicuramente sarà determinante nel rovinare le relazioni personali e lavorative. Mettendo i due aspetti sulla bilancia risulta certamente più rilevante mantenere la capacità di gestire le nostre relazioni con bassi livelli di rabbia permettendo in questo modo a chi ci circonda di vivere il rapporto con noi in modo positivo e reciproco.
4. Rivivere il passato per ridurre la rabbia oggi
Individuare le esperienze che ti hanno condotto alle difficoltà che sperimenti oggi risulta sicuramente uno spunto di riflessione utile a dare una spiegazione alla tua storia e alle relazioni che ti hanno accompagnato nella tua vita.
Ciò però non include l’acquisire nuove capacità per gestire diversamente situazioni trigger. Vediamo un esempio: se dopo anni scoprissi che il mio palleggio a pallavolo è sbagliato per un errato movimento del polso, probabilmente inizierò un allenamento specifico volto all’acquisizione di un nuovo movimento del polso. Quanto risulterebbe utile fare un analisi di tutta la mia carriera pallavolistica per individuare quando e come ho imparato quel movimento sbagliato? Assolutamente a nulla. Risulta chiaro quindi che per far sì che vi sia un cambiamento vi deve essere l’acquisizione di metodi alternativi e la pratica degli stessi affinché risultino spontanei.
5. Se ti arrabbi la colpa è degli altri
Partiamo da un presupposto: Se fosse davvero la situazione in cui ci troviamo ad attivare quell’intensa reazione di rabbia, allora tutti dovrebbero reagire allo stesso identico modo nella stessa situazione. Ovviamente non è così. Il motivo per cui abbiamo proprio quella reazione in quella situazione deriva esclusivamente dal nostro peculiare modo di interpretare la situazione in cui ci troviamo.
Se la reazione di rabbia che sperimento si presenta in modo molto intenso significa che la nostra interpretazione della realtà risulta probabilmente compromessa da credenze e pensieri errati. Per quanto gli altri possano essere insopportabili, le tue reazioni di rabbia sono legate al tuo modo di interpretare ciascuna situazione.
Sara Martinelli
Psicologa e psicoterapeuta
Cognitivo Comportamentale
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